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Non per nulla un viaggio in Grecia non può dirsi completo senz'aver visto ciò che la civiltà greca lasciò in Sicilia. Le sue coste sono quanto mai variate e interessanti, ora sviluppandosi in larghi golfi lunati, ora con promontori arditi e minuscole insenature, ora con larghe fasce sabbiose, ora con alte e precipitanti scogliere. Le sue montagne continuano in certo modo l'Appennino calabrese, dividendosi però in numerosi e caratteristici sistemi: a nord i Peloritani, che continuano nei Nebrodi e nelle Madonie, a Sud-Est gli Erei, che continuano negli Iblei; ad ovest degli Erei la lunga serie degli altipiani e dei monti senza un definito ordinamento; a Nord della costa meridionale il grande altipiano zolfifero; e isolato maestoso bellissimo, l'Etna che è la più grande montagna siciliana ed il più grande vulcano d'Europa. Il clima mite in inverno, è temperato in estate (temperatura media del mese più freddo a Palermo 10°,6; del più caldo sempre a Palermo 25°,3 ). La flora è quanto mai ricca e variata, andando dalla più tipica vegetazione subtropicale ai ginepri che macchiano qua e là le zone maggiormente elevate dell'Etna. Stazioni idrotermali con acque efficacissime consentono numerose cure, anche in pieno inverno. I monumenti non si contano e appartengono a tutte le età, con influenze esterne - greche, romane, arabe, normanne, spagnole - che danno all'arte siciliana un inconfondibile carattere e sapore. Il flolklore è quanto mai ricco, variato e colorito. Non si dimentichi che, in altri tempi, molti degli uomini più grandi, che furono l'onore e il vanto delle più progredite nazioni europee, affrontarono ogni disagio per conoscerla. Poi la esaltarono con convinta ammirazione e non la dimenticarono più. |
Unisce alle attrattive artistiche ed archeologiche dei suoi monumenti, quelle squisitamente turistiche del paesaggio nel quale è inserita; ha tutte le caratteristiche della grande città moderna di soggiorno con i suoi ritrovi eleganti, i teatri, le manifestazioni artistiche e folkloristiche. Palermo è una città di tale bellezza, ricchezza ed interesse che una visita ad essa non dovrebbe durare meno di una settimana. Una doviziosa collana di località ed obiettivi di grande interesse turistico si estendendono tutt'intorno a Palermo, considerata la perla del Mediterraneo. A pochi chilometri da essa, infatti ecco Monreale città di fama mondiale per il suo grandioso Duomo normanno ed il suo chiostro, tesori d'arte incomparabili, e per la sua mirabile posizione di belvedere sulla lussureggiante bellezza della Conca d' Oro e del golfo di Palermo; Bagheria che conserva, disseminate nella sua pianura, le belle ville settecentesche che un termpo furono ricercate e fastose villeggiature del patriziato palermitano; presso Santa Flavia le ben conservate rovine di Solunto fenicia prima, poi greca, poi romana, alla sommità di un colle che vede un panorama incantevole di mare; Termini Imerese con le rinomate sue acque termali celebrate da Pindaro e poco dopo le severe e imponenti rovine del Tempio di Himera innalzato agli Dei in ringraziamento per la grande vittoria degli Himeresi sui Punici cinque secoli prima di Cristo; Cefalù ridente sul mare con la più ridente delle cattedrali normanne di Sicilia ed interessanti ruderi della civiltà ellenica sovrapposti ad elementi che rimontano a più antiche civiltà primordiali e sopra Cefalù i boschi e il Santuario di Gibilmanna, singolare miramonti e miramare ad un tempo stesso. Tutti questi luoghi si susseguono sulla costa, lungo un litorale vario e frastagliato tra i più belli d'Italia. Nell'interno il maestoso gruppo delle Madonie svetta fino a duemila metri e offre a Piano degli Zucchi e a Piano della Battaglia ogni possibilità per gli sports alpinistici ed invernali, mentre possiede in Petralia Sottana la più frequentata località per la villeggiatura estiva. Caccamo vanta uno dei più belli e vasti castelli medioevali d'Italia, ben conservato; Godrano con la casina reale di Ficuzza ha uno dei più estesi e incantevoli boschi dell'Isola; Piana degli Albanesi è il centro più importante del costume e dei riti greco-albanesi che per l'alto valore storico e folkloristico costituiscono motivo di attrattiva per i turisti di ogni parte del mondo. A 36 miglia dalla costa palermitana, di fronte a Capo Gallo, l'isola di Ustica, famosa per le sue meravigliose grotte di smeraldo, si culla in un mare del più intenso azzurro. Aspra - Trabia - Casteldaccia - Carini - Terrasini - Collesano - Castelbuono - Ganci - Geraci Siculo - Isnello - Polizzi Generosa - Petralia Soprana - Corleone - Marineo - Partinico, sono altresì località sul mare, sulle colline e sui monti, che poste lungo gli itinerari turistici della zona, per il loro patrimonio artistico e paesaggistico, meritano di essere visitate. In questa magnifica cornice, spicca fulgissima gemma, Palermo, città turistica nella sua essenza, nella sua tradizione secolare, nella sua configurazione, nella sua posizione geografica, nella straordinaria ricchezza delle sue bellezze naturali ed artistiche e delle interessanti e suntuose vestigia delle sue otto civiltà. Palermo, nello smalto verde della sua Conca d'Oro è circondata dallo scenario aspro dei suoi monti, dominata dal duro massiccio del Monte Pellegrino che Goethe definì il piu' bel promontorio del mondo. Si alza poderoso e movimentato, a fianco della città, raggiungendo i 600 metri. Dalla cui vetta si scopre un panorama immenso che va fino all'Etna e alle isole Lipari, interessante è la visita del Santuario di Santa Rosalia, la venerata patrona di Palermo. Distesa nell'arco luminoso del suo Golfo azzurro, questa città raccoglie in sè tesori inestimabili d'arte, parte dei quali conservati nel Museo Nazionale, di civiltà anteriori annientate radicalmente dalle successive conquiste. Oltre a ciò Palermo vanta bellissime ville e parchi signorili nonché dintorni quali Mondello - Sferracavallo - Isola delle Femmine - San Martino delle Scale e cento altre località adagiate nei clivi della Conca d'Oro. Alla dolcezza del suo clima e alla fantasmagorica policromia delle sue montagne, del suo mare e della sua flora essa unisce le attrattive della grande città di soggiorno con i suoi magnifici teatri ed eleganti ritrovi, con i suoi rinomati istituti cultirali ed artistici, con i suoi molteplici impianti sportivi, con le sue manifestazioni tradizionali e di carattere internazionale. Nel mese di luglio dall'11 al 15 si svolge "u fistinu" in onore alla patrona S. Rosalia, la più fastosa delle feste religiose cittadine. |
I piu' sono per i Fenici che, dallo splendore e ricchezza delle contrade e dalla vita fiorente che vi trovarono sin dal loro approdo, l'avrebbero battezzata col nome Ziz (fiore), mentre Panormus (tutto porto) è nome greco. I due nomi Ziz e Panormus sono testimoniati da una antica moneta che li porta incisi da ambo le facce. Si sa anche che, per l'ampiezza del porto e la salubrità del clima, Panormus divenne centro di contese militari tra cartaginesi e greci. (408, 406, e 391 a.C.). I Romani la resero libera e sotto l'Imperatore Augusto (20 a.C.), vi fu istituita una colonia. Vi si parlavano diverse lingue; il greco, il latino, e il punico. Si batte' moneta bronzea romanizzata. Fu successivamente presa da Gensarico, a cui successe Odoacre. Passo' quindi a Teodorico e nel 535 fu conquistata da Bellisario. Nell'anno 827 fu conquistata dai saraceni che vi stabilirono gli Emiri. Compiuta la conquista dell'isola nel 948, gli Arabi la elevarono ad emirato di tutta la Sicilia e la abbellirono sino a farla diventare una delle piu' fastose metropoli del mondo arabo, degna di gareggiare in ricchezza e bellezza con Cordova e Il Cairo. Nel 1072 Ruggero d'Altavilla la tolse agli Arabi assoggettandola al suo dominio. Il figlio Ruggero II, incoronato Re nel Natale 1130 nel Duomo di Palermo, la consacrava capitale del Regno di Sicilia. Durante questo periodo raggiunse immenso splendore e potenza divenendo attivissimo centro centro di scambi commerciali con l'Europa e l'Asia. Con Federico II Hohenstaufen Re di Sicilia (1208), Palermo divenne anche un vivace centro intellettuale, riunendo nella Corte letterati, poeti e artisti; è qui che fiorisce e si afferma quella famosa scuola poetica siciliana che tanta importanza ebbe per le lettere e le arti dei primordi della nostra civiltà letteraria. Successivamente subì l'occupazione degli Angioini, (cacciati via con i moti del Vespro, nel 1282), passò agli Aragonesi, e al Duca di Savoia nel 1713, (trattato di Ultrecht), e successivamente nel 1720, con il trattato dell'Aia, passo' a Carlo VI d'Austria. Dopo vari tentativi di insurrezione e rivolte popolari, sempre falliti, si giunse al 1860, che rese possibile la spedizione garibaldina, da tempo preparata nell'Isola per opera di un comitato residente a Palermo. Garibaldi all'alba del 27 maggio, entro' a Palermo. Dopo il plebiscito dell 21 ottobre favorevole alla annessione, il primo dicembre Vittorio Emanuele re d'Italia entra a Palermo. |
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I O città bella da la conca d'oro, Che ascoltasti benigna i miei vagiti, Una cerchia di monti erti ed arditi Ti cinge a guisa di celeste coro. Su le tue spiaggie versa ogni tesoro La splendida natura; i verdi liti; Aranci, acacie mandorli fioriti Forman la tua ricchezza il tuo decoro. I gelsomin, la zagara fluenti Voluttuosi spargono gli odori Su l'ampie trecce de le donne ardenti; Nel negro occhio fatal scherzan gli amori, Il sorriso gentil da' bianchi denti Vola dal roseo labbro e preda i cuori. II Di Cartagine, Roma i tempi esosi Ricordi, i regni dei superbi Emiri, Normanni e Svevi duri, gli odiosi Borbonici tiranni, i lor martiri. La campana dei Vespri, i gloriosi Giorni di sfida già prefissi i diri Tormenti, che i ritocchi clamorosi dal Tempio soffocar fra i tuoi sospiri. Di Caprera I Leon, la sospirata Tricolore bandiera ove s'infiora De la Croce l'insegna ovunque amata: Il tuo grido di guerra: Mora...Mora ! Piacque a Dante; quell'anima sdegnata Fra l'Itale città te sola onora ! Roma Vincenzo Errante |
A 12 Km da Palermo, vi si accede da questa, attraverso il Parco della Favorita o dalla strada costiera dell'Addaura o attraverso la panoramica strada che attraversa Monte Pellegrino. Il clima fresco d'estate e assai tiepido d'inverno, il mare color corallo, il profumo dei giardini le innumerevoli ville, il grande balneare e gli eleganti ritrovi aperti tutto l'anno, ne fanno anche una delle località di soggiorno al mondo in cui e' possibile prendere bagni di sole e di mare in ogni stagione. |
Dopo il moderno quartiere che si apre al di là della stazione ferroviaria, si entra nella città settecentesca e si giunge subito alla Cattedrale di S. Giovanni Battista, di tale epoca, con ricco interno. Interessante anche la chiesa di S. Maria delle Scale, con la navata in gotico siciliano. Dal sagrato si ammira Ragusa Ibla (dalla sicula Hibla Heraca) e la citta' vecchia dove vi sono notevoli monumenti come: la chiesa di S. Maria dell'Idria e il Duomo, giustamente considerato fra i più tipici monumenti del settecento siciliano oltre l'antico portale di S. Giorgio (gotico-catalano). Interessante l'escursione alle miniere di asfalto. Si ricorda che in questa provincia sono stati scoperti i più ricchi giacimenti di petrolio d'Italia. Lasciata Ragusa si scende con pronunciate pendenze al fiume Irminio, quindi Modica. |
Possiede notevoli costruzioni religiose fra le quali, in Modica Alta, la Chiesa di S. Giorgio, bell'esemplare dell'arte settecentesca siciliana, in cima ad una imponente scalinata, uno dei più affascinanti scenari architettonici della Sicilia; (S. Maria del Gesù sec.XV), il solo monumento quattrocentesco supestite dopo il terremoto del 1693, di cui rimangono i muri della chiesa e di una cappella laterale dell'epoca con strutture del XVII sec. e un bellissimo chiostro nel convento purtroppo adibito a reclusorio. Sul corso principale della città si ammira la facciata della Chiesa di S. Pietro. |
" la più grande delle città greche e la più bella del mondo" per il profumo dei campi e le verdi capigliature dei papiri su cui sembra sentire aleggiare il canto idilliaco di Teodocrito - qui il mito si avvicina all'epopea, la leggenda si fonde con la storia, ogni particella di terra, ogni angolo è pieno di ricordi. Situata sull'isolotto dell'antica Ortigia, è porto commerciale, molto attivo, ha un clima marittimo quanto mai temperato e presenta caratteri quanto mai originali. Fiorentissima e progreditissima nel'antichità, cominciò a decadere dopo il sacco romano del 272 a.C. Monumenti cristiani (catacombe) e medioevali testimoniano dell'interesse di Siracusa in tutti i tempi. Nel' 440 fu sede della camera regionale e nobili spagnoli vi edificarono le loro dimore. Essa possiede notevoli monumenti fra i quali va citato anzitutto il Duomo eretto nel secolo VII, trasformando il Tempio dorico di Athena, del V sec. a.C.. Visitato il Duomo si va al museo Archeologico che gli sorge dirimpetto ed è fondamentale per la conoscenza dell'antica civilta' sicula. Non lontano è la terrazza sul mare, a sinistra della quale è la fonte Aretusa, chiaro bacino di acque con alghe papiri, legata al mito della ninfa Aretusa e del fiume Alfeo (perseguitata da Afeo, Aretusa si gettò in mare dalle coste dell'Elide, e, trasformata in fiume da Diana, ricomparve qui): la celebre fonte Aretusa cantata da Pindaro e da Virgilio. Nell'adiacente via Capodieci è il palazzo Bellomo, bella costruzione medioevale ampliata nel quattrocento, ornata di bifore e sede del museo Medioevale e della Pinacoteca. Sull'estremo limite dell'isolotto, il Castello di Maniace, del 1038, rifatto in forme gotiche sotto il regno di Federico II. Di notevole interesse sono il Porto grande e il Porto Piccolo. Passato il Ponte Nuovo e attraversata la darsena si lascia l'isolotto di Ortigia e si prende il Corso, che taglia in linea retta i quartieri moderni. Si giunge al faro siracusano, dove sono i resti della Agorà e il Pantheon dei Caduti. Ma l'attrattiva maggiore è la città antica, che più vasta dell'attuale, comprendeva i vecchi quartieri sul mare, di Acradina -Tiche - Neapolis - Epipole, oltre a quelli di Ortigia. La avviene in modo che segue. |
Neapolis
Continuando si trova l'Ara di Gerone, di cui rimangono i gradini su cui sorgeva l'Ara ed i frammenti di cornice con testa leonina. Vicino, a destra, è l'ingresso alla famosa Latomia del Paradiso, nella quale si osservano due distinte cavità: l'orecchio di Dionisio ( secondo la leggenda, Dionisio l'avrebbe fatta costruire cosi' come si vede, per ascoltare dall'alto ciò che i prigionieri dicevano) e Grotta dei Cordari, così chiamata dagli artigiani che da secoli vi lavorano. In fondo al piazzale e' il Teatro Greco, ingrandito e trasformato dai romani: bellissimo e in magnifica posizione, viene anche oggi utilizzato per rappresentazioni classiche in primavera. |
Acradina
Nella villa Landolina, bel giardino con una piccola Latomia, è il monumento al poeta tedesco Von Planten. Segue quindi l' ex convento dei Cappuccini, dove si visita la Latomia dei Cappuccini, bellissima e vasta; secondo la leggenda vi languirono fino alla morte i settemila soldati ateniesi dell'esercito di Nicia, sconfitto sul fiume Assinaros. Tre escursioni da fare, prima di lasciare Siracusa: al Castello Eurialo, grandiosa opera militare costruita da Dionisio il Vecchio (402-397); alla Fonte Ciane, bella gita specialmente se fatta in barca, sul fiume omonimo che corre fra le alte spalliere di papiri (secondo il mito, la ninfa Ciane fu rapita per aver tentato di impedire il ratto di Proserpina); alla Necropoli di Pantalica, la più vasta delle Necropoli rupestri sicule (circa cinquemila grotte). |
Particolarmente importanti le manifestazioni della "Processione dei Misteri" che da secoli si svolge annualmente la notte del Venerdì Santo, della "Mattanza del tonno", densa di emotivi effetti spettacolari, e del "Luglio Musicale Trapanese", stagione lirica all'aperto. La Provincia di Trapani possiede centri turistici di primissimo ordine, per la bellezza dei suoi paesaggi e la ricchezza del patrimonio storico. |
Erice
Ad Erice si svolgono manifestazioni inquadrate nell' "Estate Ericina" e culminanti nella "Sagra della bellezza". |
Le
Egadi
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Marsala
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Motya
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Segesta
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Selinunte
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Data la sua elevazione è frequentata anche come soggiorno estivo. Anche nei periodi più torridi dell'estate, sia nella città che nelle colline circostanti, il clima si mantiene temperatissimo tale da rendere la zona tra le mete più ricercate per soggiorni estivi. ha belle strade e piazze, nobili edifici e si presta per interessanti gite. Ha meritata fama per la sua processione del "giovedì santo". |
I ruderi del castello di Pietragrossa cui furono legate le vicende della citta' e di tutta la Sicilia, testimoniano dell'importanza che Caltanissetta ebbe durante tutto il Medioevo. Tra i monumenti più importanti: l'Abbazia di S. Spirito, fondata nel 1153 da Ruggero II, il palazzo Moncada, forse la più insigne testimonianza dell'epoca del barocchismo siciliano; il portale di S.Maria la Vetere, di stile normanno-siculo. Da Caltanissetta si scende nella valle del Salso e, passato il fiume sul ponte Capodarso, si sale al bivio con la strada centrale sicula. Lasciata la diramazione per Piazza Armerina si prosegue rasentando il bacino prosciugato del lago Stello. Si discende poi fra gli ulivi e, attraversata la portella castro, si ha dinanzi l'alto sperone meridionale della rocca d'Enna. |
La meravigliosa spiaggia, la cui estensione veramente eccezionale, è tra le più frequentate della Sicilia. Le remotissime origini della città, fondata nel 688 a.C. dai Rodii di Antifemo e dai Cretesi di Eutimo, sono ricordate dagli importanti ruderi venuti alla luce a seguito di scavi effettuati in passato. Tra i più noti vengono segnalati i rulli di colonne di un tempio dorico del V secolo a.C. rinvenuti in contrada Molino del Vento, e lo stibolate quasi completo di un tempio del IV sec. a.C. scoperto nel 1906 a breve distanza. Altri scavi hanno portato alla scoperta nella zona di Caposoprano di una muraglia difensiva di circa 150 metri del IV sec. a. C. con sovrastruttura in mattoni crudi. |
chiamata Festa del Mandorlo in Fiore *°*°*° Cenni storici °*°*°* La città è situata sull'Acropoli dell'antica Akragas fondata dai Greci nel 182 a.C., che poi, sotto i Romani, mutò il suo nome in Agrigentum. Agrigento raggiunse rapidamente una forte popolazione (Diogene Laerzio, parla di 800.000 abitanti), divenne prosperosa e ricca di templi e di monumenti, e di locali di piacere. si disse di questa città che i suoi abitanti "costruiscono i loro templi ed i loro monumenti come se essi non dovessero mai morire e si divertono come se dovessero morire domani....", Pindaro la chiamò " La più bella città della terra". Però il piacere ed i rilassamenti furono la sua rovina. Nel 406 a.C. dopo la sua fondazione cadde nelle mani dei Cartaginesi, dopo un cruento assedio. nel 330 a.C. Timoleone, vincitore dei cartaginesi la ricostruì; ma presto fu presa dai Romani, indi nuovamente dai Cartaginesi per cadere definitivamente in mano romana nel 210 a. C.. Più tardi subì la dominazione dei Vandali, dei Goti, dei Binzantini, degli Arabi e dei Normanni e con essi cambiò ancora nome in Kerken ed infine in Girgenti. Dal XVI sec. la città seguì le sorti dell'isola ivi compresa l'annessione al regno d'Italia avvenuta nel 1860. La città moderna si fa notare per alcuni monumenti importanti tra i quali primeggia il Duomo, del trecento e trasformato poi nel settecento e che racchiude inoltre il sarcofagi di Ippolite e Fedro, i Teschi Bizantini, l'Altare portatile e preziosi arredi sacri. *°*°*° Cenni artistici °*°*°* Degni di visita sono poi la Chiesa di S. Maria dei Greci eretta su un tempio ellenico ed il Monastero di S. Spirito, gioiello del XIII sec.Ma ciò che richiama particolarmente il turista ad Agrigento è la sua storia, riflessa nei numerosi monumenti. I monumenti più interessanti nella Valle dei Templi e dintorni sono: a nord-est il Tempio di Demetra e Persefone, le Antiche Mura a sud : il Tempio di Giunone Latina della stessa epoca del Tempio della Concordia del VI sec. a.C. (uno dei meglio conservati esistenti in Italia) con 34 colonne, il Tempio di Ercole con 38 colonne di cui 8 rialzate; le catacombe Cristiane e la Necropoli Romana; ad ovest: il Tempio di Giove Olimpo, colossale, ma abbattuto dai terremoti, venne eretto nel 480 a.C. dopo la vittoria degli Agrigentini sui Cartaginesi, si presenta fra un rettangolo di macerie con in mezzo un telamone: al tempo della sua costruzione venne considerato come l'ottava meraviglia del mondo; il Tempio di Castore e Polluce, di cui rimane solo un frammento ricostruito il secolo scorso; il Santuario Arcaico del VII-VI sec. a.C. e su di un'altura le due colonne superstiti del Tempio di Vulcano; ad est fuori della Porta aurea si può ammirare la tomba di Terone ed il Tempio di Esculapio. |
L'accavallarsi delle groppe montuose che raffigura quasi l'improvviso pietrificato arresto di una corsa disordinata, le ampie distese a coltura estensiva le quali danno alla natura, a seconda delle stagioni, una fondamentale ed unica nota di colore, la solennità forte e primitiva della terra sola, le città e i borghi generalmente arroccati sui monti, compongono nell'insieme un panorama vasto e movimentato. L'altitudine tempera l'ardore del sole siculo mentre non esclude inverni miti, sì che il clima si presenta salubre in genere ed ideale in estate. A mille metri, sopra un monte isolato, si erge Enna che è uno dei più antichi agglomerati umani, preesistente alla venuta dei Greci in Sicilia, come testimoniano le grotte preistoriche rinvenute in grn numero ai bordi della rocca immane. La natura e gli uomini - la prima con lo scenario che dal belvedere e dalla passeggiata panoramica spazia dalle Madonie a Pizzo Palù, i secondi con le opere d'arte prodigate attrverso i milenni - hanno arricchito l'acropoli di varie bellezze. Citiamo rapidamente il Castello di Lombardia, per cui Livio chiama Henna "inespugnabile", la Chiesa Madre dal maestoso portale quattrocentesco e dal prezioso soffitto a cassettoni con intarsi del '600, sculture del Gagino, la trecentesca Torre di Federico II, il museo, i campanili di squisita linea architettonica e le antiche Chiese ricche di sculture e pitture dei secoli XIV e XV. Terra antica, Enna non parla soltanto dell'intelletto, ma con la forza poetica dei miti avvince il cuore e la fantasia. Cerere aveva la dimora e l'ara sacrificale sulla Rocca che ne conserva il nome, mentre secondo la leggenda, la sua spoglia dorme fra ori e gemme con Re Sicano, nelle profonde latebre del Castello di Lombardia. E Proserpina, la pallida dea delle notti e dell'Averno, era intenta a cogliere viole e gigli sulle rive del Pergusa, quando Plutone sorse dal suolo per involarla nell'abbraccio che poeti hanno cantato ed il Bernini ha esternato nel bronzo. Festa patronale 2 luglio, S. Maria della Visitazione. |
Di fronte ad essa si apre uno dei più grandiosi panorami del mondo. E' la città che per prima dà il benvenuto della Sicilia a chi proviene dal continente. Distrutta dal terremoto nel 1908, è risorta più alacre ed industriosa di prima. Bellissima la posizione sul celebre Stretto e con la pittoresca linea dei Monti Peloritani alle spalle. *°*°*° Cenni storici °*°*°* La leggenda, raccolta da Tucidite e da Diodoro, vuole che l'antica Zancle (così si chiamava Messina), sia stata fondata dai siculi, i quali gli dettero questo nome non solo per l'insenatura a falce dove era stata edificata, ma anche in onore del loro stesso re, Zancleo. E' opinione comune però acquisita dalla storia che il primo abitato fu realizzato nel sec. VIII a. C. da una colonia di pirati Calcidesi provenienti da Cuma. Nel sec V a. C. fu occupata da gruppi di joni, provenienti da Samo e da Mileto. Riacquistata poco dopo l'indipendenza, prese il nome di Messana. Conquistata dai romani dopo la prima guerra punica nel 263 a. C., rimase fedele a Roma e conobbe un lungo periodo di prosperità. Dopo la rivolta del Vespro (1282) fu tra le città che chiamarono in Sicilia gli Aragonesi, sotto il cui dominio prosperò a lungo. Durante la seconda guerra mondiale, per la sua stessa posizione strategica sul Mediterraneo, fu gravemente danneggiata da numerosi bombardamenti aerei. Fu liberata dagli anglo-americani il 17 agosto 1943. *°*°*° Cenni artistici °*°*°* I terremoti l'hanno privata in gran parte dei monumenti che ricordavano il suo luminoso passato. Il piano regolatore per la ricostruzione dopo il terremoto del 1908 fu ispirato a comprensibili norme antiche, piuttosto che al desiderio di rifare tale e quale ciò che era andato distrutto. Altri fortissimi danni ebbe a soffrire nel corso dell'ultima guerra. Vi sono tuttavia edifici che meritano di essere visitati con speciale attenzione e in modo particolare la Chiesa dell'Annunciata dei Catalani, del secolo XII, con il grazioso interno a tre navate - il Duomo, rifatto secondo la primitiva struttura, col moderno campanile e il complesso orologio astronomico, la Fontana di Orione del Montorsoli, dinanzi al Duomo, frammenti architettonici e scultorei, statue, dipinti, oggetti sacri ed altro ancora sono conservati nel Museo Nazionale. Messina è città molto vivace, dinamica e al tempo stesso dedita agli studi (la sua Università è una delle più accreditate d'Italia). Per tutti e per l'interesse dei dintorni una sosta a Messina è indispensabile. Interessante è il percorso che si snoda a mezza costa fino all'estrema punta del Faro, nelle cui immediate vicinanze si trova l'ampio Lido di Mortelle dalla sabbia finissima. A qualche chilometro dalla città, in prossimità di capo Faro si trova Ganzirri, munita di ogni confort, sul caratteristico lago salato. Dalla spiaggia si gode il bel panorama dell'antistante Calabria nel punto più vicino fra le due sponde dello Stretto (Scilla e Cariddi). Uscendo da Messina si sale verso la Pineta del Camaro, bellissima pineta sita sulla cima dei monti Peloritani. Oltre che alla bellissima visione dello Stretto sul versante Jonico, si può godere sul versante Tirrenico, il tramonto sullo sfondo delle mitologiche Isole Eolie e del Promontorio di Milazzo; questa citta' e' il miglior punto di partenza per la visita alle isole Lipari. |
La sua bellezza è riposta non soltanto nella perenne trasparenza del suo cielo azzurro, nello splendore del suo sole e nella mitezza del suo clima sempre primaverile, ma specialmente nelle meraviglie dei suoi panorami, e nel fascino dei suoi antichi monumenti. E' una delle più incantevoli stazioni di soggiorno d'Italia e del Mondo. La sua posizione naturale ha pochi confronti. Situata su una terrazza elevata, essa domina l'incantevole spiaggia sottostante, mentre l'Etna le fa da mirabile sfondo. Il clima è così dolce che si possono fare i bagni di mare anche in pieno inverno. Essa è piena di monumenti di epoche diverse, che la rendono interessante anche dal punto artistico: il Palazzo Corvaia del 400-500, coronato di merli e ornato da bifore; il Teatro Greco-Romano, il più importante monumento cittadino, dal quale si gode un panorama meraviglioso; scavato nella roccia in cima a una collina in faccia all'Etna. Di costruzione indubbiamente greca, fu poi trasformato dai romani e distrutto dagli arabi; il Duomo con l'interno a tre navate divise da antiche colonne; il Palazzo Santostefano, trecentesco con belle bifore. Stupende visioni si godono dalla terrazza del Largo IV aprile. Interessante la gita a Castel Mola, ridente e caratteristico paese in cima al monteTauro, da cui si gode il meraviglioso panorama dell' Etna, del litorale Nord e delle belle spiagge di Mazzaro' con Capi S. Andrea e dell'Isola Bella alle quali da Taormina si può accedere anche attraverso la scorciatoia che porta dal belvedere fino alla spiaggia. |
La città si stende nella piana che da essa prende il nome, la maggiore della Sicilia. L'esposizione e la marittimità fanno sì che il clima della zona sia ottimo, considerato addirittura uno dei migliori d'Italia. Nel corso della sua storia la città ha più volte sofferto per le calamita' naturali; in particolare, nel 1669 tutta la parte occidentale venne devastata dalla grande colata che provenendo dai Monti Rossi giunse fini al mare; successivamente, nel 1693, tutto il rimanente venne quasi distrutto da un terremoto. *°*°*° Cenni storici °*°*°* La catena collinare che circonda Catania suggerì il primo nome, Catinon, al primitivo villaggio siculo sorto in prossimità della foce del fiume Amenanos, nel periodo eneolitico. Qui, nella fase conclusiva della penetrazione greca in Sicilia, intorno al 729 a.C., si insediò una colonia di Calcidesi, guidata da Tucle. La nuova colonia conobbe subito un rapido sviluppo sul piano edilizio, organizzativo, legislativo e culturale. Nel sec. VII a.C., Caronda dette a Catania un codice di leggi scritte, estese peraltro a tutte le città siceliote. Fu dotata di templi, di teatro, di terme di una zecca e di un erario e fu visitata dai poeti e dagli uomini più colti della Grecia. (Il poeta Stesicoro e il filosofo Senofane la scelsero come propria residenza). Nel 403, Dionisi di Siracusa si impossessò a sopresa di Catania che fu duramente saccheggiata, fu poi abbandonata nel 396 a.C., sotto la minaccia di Cartagine che la conqustò dopo aver sconfitto la flotta siracusana. Occupata da Roma nel 263 a.C. che le dette in nome di Catina, sotto la dominazione romana si assicurò lunghi periodi di pace. Subì l'occupazione dei Vandali, degli Eruli, dei Goti, degli Ostrogoti, dei Binzantini di Belisario nel 535, degli Arabi nel 831, dei Normanni 1060, degli Aragonesi 1296, e infine dei Borboni. *°*°*° Cenni artistici °*°*°* I terremoti e le colate di lava hanno ripetutamente cancellato monumenti e opere d'arte della Catania antica, quasi tutti i suoi monumenti appartengono al '700 e compongono il più unitario esempio di città d'epoca. Il patrimonio archeologico d'età romana rimasto, è composto dal teatro con il vicino Odeon, il foro romano, le terme presso S. Maria dell'Indirizzo. Importanti tombe gotiche si possono osservare all'interno del Duomo. Della Catania barocca è da ammirare la facciata del Duomo, tra le più interessanti del periodo, il fianco della chiesa stessa, le due bellissime chiese a pianta centrale con cupola di S. Giuliano e del Monastero di S. Agata, e la famosa fontana del Diotru o Liotru , cioè dell'Elefante. Festa patronale 3-4-5- febbraio (S. Agata) con pittoresca processione dei ceri (cannalòre), costruzioni in legno, alte circa 6 metri a forma di campanili o piramidi. |
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